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Conosciamo Justine Skye, la nuova principessa dell’R&B: guarda il nuovo video “U Don’t Know” feat. Wizkid

Justine Skye
Justine Skye è un unicorno viola. Così la conoscono i suoi fan della prima ora ed è così che si fa chiamare sui social, che non ama particolarmente.

Pelle d’ebano e capelli viola, Justine Indira Skyers ha 21 anni ed è nata e cresciuta a Brooklyn ascoltando tutta la musica soul, hip hop e R&B anni ’90 che le proponeva sua madre, giovane avvocato di origini giamaicane che lavora nell’ambiente dello spettacolo.

Cresciuta senza un padre, ad incoraggiarla a cantare è stato il nonno Nick Perry, politico e attuale membro dell’Assemblea di Stato di New York, che fin da piccola la portava con sé ad eventi pubblici per farle cantare l’inno americano.

La svolta arriva nel 2010, quando Justine ha appena 15 anni…

Durante un dibattito pubblico organizzato dalla BMI, l’organizzazione americana preposta alla salvaguardia dei diritti d’autore, Justine prende il microfono e, superando la timidezza cronica che la accompagnava dall’infanzia, chiede di poter cantare invece di fare una domanda. Canta Black and Gold di Sam Sparro e il suo nome inizia presto a circolare tra gli addetti ai lavori.

Successivamente ottiene un ottimo riscontro pubblicando in rete una cover di Headlines di Drake, per poi registrare un EP (Everyday Living) grazie al quale nel 2013 strappa un contratto alla Atlantic Records, per la quale pubblica un altro EP (Emotionally Unavailable) e un singolo, Collide feat. Tyga, il cui video ottiene oltre 3 milioni di visualizzazioni.

Con la Atlantic Justine Skye entra nella Billboard Chart ma non è soddisfatta. La Atlantic vorrebbe trasformarla in un clone di Rihanna mentre lei punta ad essere riconosciuta per le proprie canzoni e il proprio stile, principalmente influenzato da Jill Scott, Aaliyah e Beyoncé.

Oggi dichiara al New York Magazine:

“Non c’è un genere in cui vorrei essere classificata ma voglio essere vera e autentica. Per molto tempo ho cercato l’approvazione degli altri e lasciato che le loro opinioni formassero la mia mentalità. Ma ora so che le persone sono in grado di capire cosa viene realmente da me e questo è il modo con cui voglio connettermi con loro.”

Si slega dalla Atlantic e nel marzo del 2015 firma per la Roc Nation di Jay Z. Due mesi prima del passaggio ufficiale pubblica un singolo in collaborazione con un altro artista emergente dell’etichetta, Vic Mensa, I’m Yours (featuring Vic Mensa), che però non ottiene un gran successo.

Nel lyric video ufficiale appaiono infatti le celebri sorelle Kendall e Kylie Jenner, ma questa mossa non la avvicina al pubblico anzi la allontana. Lei dichiarerà poi che Kylie Jenner è una sua amica e non sarà il pubblico a decidere le sue frequentazioni.

Il riscontro del pubblico non è rose e fiori anche a causa del suo difficile rapporto con i social:

“I social media sono una grande lotta per la mia generazione in generale – c’è un sacco di pressione! Anche avere Instagram è stressante. Devi farlo sembrare figo, pubblicare al momento giusto, ed è diventato un lavoro vero e proprio, non qualcosa con cui ti connetti realmente con la gente”.

Nessuno ti obbliga ad avere un’immagine cool su Instagram, Justine.

Lo scorso settembre è uscito “U Don’t Know” feat. Wizkid, primo singolo del suo album di debutto che non ha ancora una data di pubblicazione, e questa settimana è uscito il video ufficiale. Questa volta però come special guest non ci sono le sorelle Jenner ma il rapper Machine Gun Kelly, e Justine Skye raccoglie consensi pressoché unanimi.

Il prossimo 13 dicembre la attende una prova del fuoco: un concerto nella leggendaria Webster Hall di New York.

Solo il tempo ci dirà se ci troviamo al cospetto di una nuova principessa dell’R&B o dell’ennesima giovane promessa che non riuscirà a trovare spazio in un mercato discografico dominato dalle stesse regine ormai da molti anni. Anche se, a giudicare da quello che sostengono molti suoi fan, forse i più grossi ostacoli che Justine Skye dovrà superare saranno ben altri, ovvero il razzismo e il sessismo del pubblico americano, da sempre restio a regalare il successo ad artiste donne con la pelle così scura.

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