Abbiamo partecipato all’anteprima stampa di Trafficanti, in uscita nelle sale italiane il prossimo 15 settembre. Ci aspettavamo Una Notte da Leoni 4 e ci sbagliavamo.
La nostra recensione.
Trafficanti segna il ritorno sul grande schermo di Todd Phillips, regista dell’esilarante successo Una Notte da Leoni. Il film, nonostante l’apparenza, non ha però, questa volta, i toni di una vera e propria commedia. Infatti lo spettatore non ci mette molto a rendersi conto che la tematica ed i risvolti sono più drammatici di quanto ci si potesse aspettare inizialmente.
Il film è basato su una storia vera le cui origini risalgono alla prima guerra in Iraq che ha dato la possibilità a due ventenni americani di arricchirsi grazie ad una iniziativa semisconosciuta del governo. Il film ruoterà quindi intorno a questi due vecchi amici chi si ritrovano anni dopo, con due esistenze completamente opposte. Efrain Diveroli (interpretato da Johan Hill) è un uomo d’affari senza alcuna morale che si venderebbe la madre pur di arricchirsi, David Packouz (Miles Teller), al contrario, è un uomo senza prospettive che tira avanti facendo massaggi alle persone benestanti di Miami.
Quando, per pura coincidenza, i due amici si ritrovano insieme al funerale di un amico, sarà l’inizio di una collaborazione pericoloso che, tra affari loschi, li porterà a fare montagne di soldi vendendo armi all’esercito americano.
Potreste aspettarvi di vedere una commedia nello stesso stile di Una Notte da Leoni, invece il film smentirà presto questa ipotesi. Il pubblico si troverà di fronte ad una pellicola che ci vuole far riflettere sul mito americano e sul suo lato oscuro. Il regista infatti delinea con assoluta precisione lo scenario triste, senza alcuna apparente speranza in cui ci troviamo a vivere.
Il ritmo del film è incalzante e non dà un attimo di tregua allo spettatore.
Molto bravi gli attori Hill e Teller che danno un tocco di comicità anche a momenti drammatici. Nel cast troviamo anche un bravissimo Bradley Cooper calato nel ruolo di un trafficante che si mette in affari con i due.
Il finale non vuole insegnarci niente e non vuole fornirci una morale. Phillips lascia che gli eventi scorrano e parlino da soli così che lo spettatore possa farsi un’idea di quella che è la realtà. Realtà che a volte supera l’immaginazione.
Insomma, forse non vi farete grasse risate ma il film è ben orchestrato unendo scorci comici a momenti drammatici di riflessione.