Fabrizio Corona deve scontare nove mesi in più di carcere. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha emesso la sentenza: quei nove mesi che tra febbraio e novembre del 2018 l’ex re dei paparazzi aveva trascorso in affidamento ai servizi sociali non sono più ”validi”.
Corona durante il periodo in affidamento si è dato da fare e non poco: dopo l’inaugurazione di The King: Corona Magazine, giornale stra-polemico e ultra-provocatorio; l’imprenditore 45enne ha anche scritto e pubblicato un ulteriore libro dal titolo “Non mi avete fatto niente”, dopo “Mea Culpa” del 2014 e “Cattiva strada” datato 2016.
Il Tribunale gli aveva concesso l’affidamento terapeutico nel febbraio 2018 per curarsi dalla dipendenza da sostanze stupefacenti. A causa delle continue violazioni e provocazioni dell‘ex imprenditore, ostentate e rese pubbliche da un attivissimo profilo Instagram, la terapia di Corona venne sospesa con il successivo reintegro in carcere. Ad oggi da quanto emesso, quei nove mesi saranno da recuperare.
I legali increduli di Fabrizio Corona a tal proposito hanno intenzione di impugnare la sentenza, “contrastante” con la precedente. Questo si evince dalle loro dichiarazioni:
La sentenza è in palese contrasto di giudicato con la sentenza di assoluzione e sulle misure di prevenzione, nonché in contrasto con una precedente valutazione dello stesso Tribunale di Sorveglianza.
Durante il periodo di semilibertà fuori dal carcere Fabrizio Corona aveva dato il via ad un brand ispirato alla giustizia e alla libertà, sponsorizzato dai più svariati influencer. Indossare il capo Adalet significa simbolicamente schierarsi dalla parte di Corona, e combattere insieme a lui alla sua causa. Il brand risulta tuttora funzionante e super attivo su Instagram, grazie ai suoi dipendenti. Nonostante tutto infatti, il business sembra proseguire a gonfie vele.
