Dove sono i sindacati? Perché non intervengono?
Qua si parla di condizioni di lavoro disumane, sfruttamento, sequestro di persona. Non stiamo parlando di un piccolo sciopero dei TIR?
Chi si aspettava la solita puntata tutta piena di st***zate del Grande Fratello, ieri sera sarà rimasto sorpr…
No, niente… scusate. C’è stata la solita puntata del Grande Fratello.
A caccia di una svolta in termini di ascolti, il Grande Fratello ha inscenato una piccola variazione sul tema: la cacciata in malo modo di un recluso (Rudolf). Non male, dovrebbero farla ogni puntata.
E’ sembrato tutto molto credibile, soprattutto Alessia Marcuzzi nel doppio ruolo di conduttrice-concorrente, ma la chiara sensazione è stata che il Grande Fratello si stesse attaccando da solo per riacquistare una credibilità che non ha mai avuto.
Per farla breve, Alessia Marcuzzi ha cordialmente invitato il ragazzo a lasciare la casa perché aveva offeso gli autori.
Il problema del ragazzo era che non gli facevano avere notizie della fidanzata e gli autori lo avrebbero anche minacciato dicendogli che, se fosse uscito dal gioco, gli avrebbero fatto pagare la penale.
Del resto è anche vero che se un ragazzo fidanzato entra nel cast di un reality show che potrebbe durare 28 mesi, dopo un po’ rompe anche il c**zo a tutti quanti se non s’accoppia con una concorrente o se la sua fidanzata fotomodella fuori dalla casa non lo tradisce con una comparsa.
E’ giusto. C’è un copione e va rispettato, altrimenti fuori dalle palle.
Alla fine, mentre gli autori lo spintonavano fuori dalla porta, è stato deciso che poteva abbandonare il programma senza problemi. Niente noie legali per il ragazzo, solo un ricovero per esaurimento nervoso.
E i sindacati dormono.
Dove finiremo se non facciamo rispettare i contratti nemmeno più pagare una penale alla gente che fa il Grande Fratello?
Ci teniamo a precisare che abbiamo parlato del Grande Fratello solo per una ragione di “ascolti”.
In questo momento tra le prime 10 tendenze su twitter ci sono “#GF”, “#Rudolf”, “#Marcuzzi”, “#Amedeo”, e “#ruttolibero”.