Chiara Ferragni torna a far discutere. Questa volta c’entra un post Instagram sul “body positivity”.
Sui social viene spesso mostrata una realtà artefatta, con corpi “perfetti” modificati con Photoshop. L’imprenditrice digitale più famosa in Italia ha deciso di dissociarsi da questi canoni di bellezza e torna a farsi vedere senza filtri, per normalizzare i difetti che ognuno ha e per promuovere l’accettazione del proprio corpo. Alcuni fan però, sia italiani che stranieri, non hanno preso molto bene questo messaggio di positività lanciato dall’influencer, perché, secondo loro, essendo fatto da una persona con un fisico longilineo, non è credibile. Chiara, infatti, sebbene abbia partorito da poco più di un mese appare più in forma che mai.
Il reel che fa discutere
“Ho voluto postare questo Reel per ricordarci che tutti i nostri corpi sono perfetti in qualunque modo appaiano. Ricorda che una posa e una luce diversa o, in questo caso, dei leggings a vita alta fanno apparire il tuo corpo così diverso, ma ciò è comunque ok. Siamo sempre gentili con i nostri corpi, parliamo bene di loro e siamo grati a loro per farci vivere ogni giorno.”
Ecco alcuni dei commenti
Critiche non solo da parte dei follower
Non solo i follower hanno criticato Chiara. Ci ha pensato anche l’influencer Silvia Rossi, giornalista e founder de “I trentenni”, che ha risposto alla Ferragni tramite delle storie sul suo profilo. La Rossi, infatti, ha invitato le influencer ad essere meno ipocrite e moraliste. Se il proprio corpo è oggettivamente perfetto e privo di “difetti”, bisognerebbe semplicemente accettarsi e ammettere la propria fortuna.
Body positivity: non solo Chiara Ferragni
Da tempo anche la sorella minore di Chiara, Valentina, è diventata un simbolo della “body positivity”.
Anche Giulia De Lellis ha deciso di mostrarsi al naturale per normalizzare una situazione comune a molte persone. Durante la 77ª Mostra del Cinema di Venezia, l’influencer ha avuto infatti uno sfogo di acne sul viso e non ci ha pensato due volte a mostrarsi senza trucco.
