La singolare sentenza del giudice: alla baby prostituta niente soldi ma cultura

baby prostituta parioli sentenza

Il giudice Paola Di Nicola di Roma, come risarcimento morale ad una quindicenne finita in un giro di prostitute ai Parioli, ha deciso di prescriverle non i tanto sospirati 20mila euro per comprarsi un secolo di ricariche telefoniche, bensì 30 libri scritti da penne illustri come Virginia Woolf, Anna Frank e Oriana Fallaci e 2 DVD sulle suffragette.

Questo il verdetto della singolare sentenza che il Tribunale della capitale ha emesso contro il cliente di una baby prostituta . Oltre a due anni da scontare in gattabuia (ma li sconterà mai?), l’uomo dovrà risarcire la ragazzina con libri e film sulla storia, il pensiero e le lotte delle donne, sulla letteratura femminile e sugli studi di genere.

Chissà come avrebbe commentato questa sentenza Virginia Woolf tra le mura della sua camera che amava tanto. Avrebbe anche potuto dire che questa “punizione” non era compito della magistratura ma della scuola.

L’inchiesta, cominciata nel 2013, aveva portato alla scoperta di due ragazzine, di 14 e di 15 anni, che vendevano il proprio corpo in cambio di una ricarica telefonica oppure di un vestito all’ultima moda. L’appello, nel 2015, aveva confermato la perdita della capacità genitoriale per la madre di una delle due, coinvolta nel traffico, la condanna a 3 anni di un cliente e il patteggiamento della pena per altri dieci.

Tuttavia, l’episodio avvenuto oggi è assolutamente inedito: la curatrice speciale della minore aveva chiesto 20mila euro di danni, ma a sorpresa, il giudice ha stabilito una liquidazione di 1000 euro per danni patrimoniali e un elenco di libri e di film sul pensiero femminile, che il condannato dovrà comprare alla vittima.

La mossa del giudice, molto astuta, mira a far capire meglio alla ragazzina il danno che ha subito accettando di vendere il proprio corpo a 15 anni e svalutando la sua identità di adolescente.

Eppure la ragazzina ha già imparato sulla propria pelle le conseguenze dello sfruttamento, considerato che ha dichiarato di essersi prostituita perché costretta dalla madre lamentandosi di essersi sentita spremuta come una macchina. Forse la sentenza più giusta sarebbe stata far leggere tutti quei libri alla madre e al cliente, non a una ragazzina che, a differenza loro, ha ancora molto tempo per imparare sui banchi di scuola.

Speriamo non arrivi mai il giorno in cui un giudice, altrettanto desideroso di impartire lezioni morali, non condanni una donna violentata a guardare Ma Come Ti Vesti?! per farle capire meglio come avrebbe dovuto vestirsi.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Loading…

0

Vittorio Sgarbi contro Swiss Air: “Non fanno cagare!”

Diletta Leotta: le foto hot rubate non le hanno tolto il sorriso, ringrazia tutti e si sposa