Pamela Anderson contro il porno? Proprio lei! La bagnina di Baywatch che le faceva ballonzolare in slow motion, la coniglietta di Playboy per antonomasia, la capostipite del genere nonché protagonista di ben due video hard “rubati” che le hanno fatto guadagnare anche dei bei soldini.
Quello che ha dichiarato ha dell’incredibile!
La sex bomb di Baywatch, insieme al rabbino conservatore Shmuley Boteach, ha pubblicato una lettera aperta sul Wall Street Journal perché vuole (senza il condizionale) che gli uomini la smettano di guardare i film porno!
Non sappiamo se sia stato il rabbino ad aver avuto bisogno di Pamela Anderson per scrivere questa lettera o vice versa. Magari il rabbino dettava e Pamela scriveva. Non possiamo saperlo.
Riportiamo solo una parte, quella più comprensibile:
“Il modo in cui è disponibile gratuitamente, accessibile in maniera anonima e facilmente disseminata, rende la pornografia oggi un pericolo senza precedenti. Chiudere oggi tramite delle leggi il vaso di Pandora del porno è impossibile, è troppo tardi. Ma la gente deve parlarne e insegnare ai propri figli che chi ne fa uso è uno sfigato”.
Eh?! Abbiamo letto bene? Ha detto che la pornografia è “un pericolo” o che è “in pericolo”. No, ha detto proprio “un pericolo senza precedenti”…
Okay, un piccolo passo indietro. Il pretesto che ha spinto Pamela Anderson e Shmuley Boteach a scrivere questa lettera è stato lo scandalo sessuale che ha coinvolto un politico americano, Anthony Weiner, che in questi giorni è stato piantato dalla moglie Huma Abedin, aiutante di lunga data di Hillary Clinton, dopo essere stato beccato per la seconda volta a distanza di 5 anni a scambiarsi messaggi sessualmente espliciti con un’altra donna.
Questo imbecille… Non poteva semplicemente lasciare la moglie invece di giocarsi la carta mediatica della sessodipendenza?
Le vere vittime ora sono tutti quei ragazzi che sono cresciuti sognando Pamela Anderson. La sua lettera è la più crudele delle friendzone. Deve essere tristissimo sentirsi chiamare “sfigato” dal primo amore… senza aver nemmeno concluso, tra l’altro.
