L’onorevole Alessandra Moretti ha detto che bisogna pubblicare le facce di chi offende le donne sui social network

Alessandra Moretti

L’esponente del PD Alessandra Moretti, laureata in Giurisprudenza e componente della Commissione Giustizia, ha scritto una lettera sul Corriere della Sera per annunciare al mondo che è la promotrice di una proposta di legge sull’hate speech (incitazione all’odio) in rete.

Riportiamo i passaggi più terrificanti più salienti:

“Provo a tirare le somme di quanto accaduto nelle ultime due settimane, tra il Parlamento e il web.”


“Ma non parliamo di Rete in generale, soffermiamoci pure sui social network, che sono ora il centro della questione.”

“Riprendiamoci la libertà di dire la nostra sul web.”

“Abbiamo il Parlamento più rosa di sempre, lo ripeto, e intendiamo restituirlo al futuro dello stesso colore: a cominciare dall’alternanza di genere nella legge elettorale, su cui non faremo passi indietro.”

“La politica è donna, così come la tecnologia.”

“Mostriamo le facce e i volti di chi pensa di intimidirci con offese sessiste. Denunciamo pubblicamente quelle persone che passano il tempo a inquinare uno spazio che dovrebbe essere di tutti, ma che purtroppo al momento è solo di chi ha la voce più grossa (e di timbro maschile).”

“È dunque maturo il tempo per dotarsi di strumenti che ridistribuiscano il diritto a esistere e a fare opinione sul web: sono la promotrice di una proposta di legge sull’hate speech (incitazione all’odio) in rete, firmata dal capogruppo del Pd e da un sostanzioso numero di giovani deputati under 35.”

“Denunciamo alla polizia postale e replichiamo agli insulti.”

“Si è fin troppo tutelati contro le diffamazioni sui giornali online e per nulla in quella terra di nessuno che sono i «social». Occorre che i provider inizino un processo di responsabilizzazione dei contenuti.”

“Il principio è anche quello di diffondere una cultura personale della responsabilità dell’insulto.”

“Si può fare molto anche a livello di comunicazione: pubblicare i volti di chi pensa di insultare impunemente sul web è un modo per rafforzare e condividere la reazione.”

“«In alto gli Ipad», dunque: facciamo vedere le facce di chi cerca di intimidirci, limitando la nostra libertà personale.”

Geniale.

Del resto, in Italia non esiste un sistema scolastico o una Costituzione, quindi questa proposta farebbe al caso nostro… un po’ come quando Bush ha pubblicato le foto dei Talebani prima di attaccare l’Afghanistan

Lo Stato potrebbe aprire una apposita pagina Instagram ufficiale, dove pubblicare tutti i selfie più brutti di chi offende le donne sui social network.

E’ solo un’idea…

Tanto, str****** più, str****** meno…

Commenti

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  1. direi quanto men utopico immaginare che l’unico “luogo” in cui non prevalgano le prevaricazioni, sessiste, razziste, territoriali, famigliari, (ideologiche no, mi sembra eccessivo!) in Italia sicuramente ma forse anche oltre, siano i social! luogo in cui tra l’altro si accetta espicitamente la provocazione o l’esposizione sessuale continua! altrimenti, i vari Istagram Twitter ecc a cosa servirebbero? O meglio, chi se li filerebbe?

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