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Michelle Hunziker e il look di Giovanna Botteri: è polemica

Ha fatto molto discutere l’atteggiamento di Michelle Hunziker nei confronti della giornalista Giovanna Botteri, o meglio nei confronti delle sue scelte di stile.

In un servizio di Striscia La Notizia doppiato dalla Hunziker, le scelte di pettinatura e capi d’abbigliamento della Botteri sono state argomento di discussione e, soprattutto, derisione. Il servizio, e in particolare il doppiaggio di Michelle, hanno suscitato parecchia indignazione.

Questo perché ci troviamo di fronte all’ennesimo episodio in cui le competenze e le capacità di una donna vengono oscurate dal suo aspetto. E il fatto che a deriderla, seppur in maniera bonaria e in un contesto satirico, sia stata proprio Michelle Hunziker, che da sempre si batte per i diritti delle donne, fa riflettere ancora di più.

La risposta di Giovanna Botteri

Giovanna Botteri è una giornalista che da sempre svolge il suo lavoro in maniera encomiabile, eppure di questo non se ne è mai parlato. La corrispondente Rai dalla Cina ha voluto controbattere alle critiche, affermando che una giornalista deve essere ascoltata, e che poco importa del suo aspetto:

Mi piacerebbe che l’intera vicenda, prescindendo completamente da me, potesse essere un momento di discussione vera, permettimi, anche aggressiva, sul rapporto con l’immagine che le giornaliste, quelle televisive soprattutto, hanno o dovrebbero avere secondo non si sa bene chi… Qui a Pechino sono sintonizzata sulla Bbc, considerata una delle migliori e più affidabili televisioni del mondo. Le sue giornaliste sono giovani e vecchie, bianche, marroni, gialle e nere. Belle e brutte, magre o ciccione. Con le rughe, c*li, nasi orecchie grossi. Ce n’è una che fa le previsioni senza una parte del braccio. E nessuno fiata, nessuno dice niente, a casa ascoltano semplicemente quello che dicono. Perché è l’unica cosa che conta, importa, e ci si aspetta da una giornalista. A me piacerebbe che noi tutte spingessimo verso un obiettivo, minimo, come questo. Per scardinare modelli stupidi, anacronistici, che non hanno più ragione di esistere. Non vorrei che un intervento sulla mia vicenda finisse per dare credibilità e serietà ad attacchi stupidi e inconsistenti che non la meritano. Invece sarei felice se fosse una scusa per discutere e far discutere su cose importanti per noi, e soprattutto per le generazioni future di donne.

E poi ha aggiunto:

“Lavoro come una dannata, corro e non ho tempo di pensare all’abito. Ho comprato uno stock di maglie tutte uguali. Tranquilli, le cambio ogni giorno. Mi lavo i capelli, non mi interessa la messa in piega, sono una donna normale. Faccio giornalismo e non spettacolo”.

La difesa di Michelle Hunziker

Michelle ha deciso di difendersi a sua volta attraverso una Instagram story. La conduttrice svizzera ha affermato che Striscia la notizia non aveva alcuna intenzione di offendere la Botteri e che, anzi, il servizio a lei dedicato non fosse “body shaming” ma era proprio a favore del suo lavoro.

Successivamente si è rivolta direttamente alla giornalista:

“Cara Giovanna a questo punto mi rivolgo direttamente a te perché sta succedendo un putiferio su una notizia completamente falsa. Dicono che Striscia abbia fatto un servizio per offenderti e invece noi abbiamo fatto un servizio contro i tuoi haters. Tutti parlano, ma secondo me non l’hanno nemmeno visto. Infatti quando farai swipe up e andrai a vederti il servizio alla fine vedrai Gerry che dice “brava Giovanna, vai avanti così, grazie per il lavoro che fai e non badare al capello…” secondo me più chiaro di così non si può. Secondo me, noi abbiamo fatto un servizio dalla tua parte, tu che cosa ne dici? Me lo fai sapere per favore? Grazie, un bacio Giovanna”.

Che il servizio di Striscia fosse a favore della Botteri rimane un’affermazione opinabile. Resta chiaro che se al posto di una donna ci fosse stato un corrispondente dalla Cina che indossava maglioni dello stesso colore e fattura per ogni servizio, nessun programma gli avrebbe mai dedicato un servizio del genere.

Arriverà mai il giorno in cui le donne verranno giudicate, come già succede agli uomini, in base alle loro competenze e capacità, piuttosto che in base al loro aspetto?

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