Duffy ha scritto una lettera a Netflix per parlare del film di successo 365 Giorni.
Nel caso non lo sapessi, lo scorso febbraio Duffy ha deciso di rendere pubblica una brutta esperienza del passato, ovvero di come sia sopravvissuta ad un orribile rapimento e stupro.
Nella sua lettera aperta, pubblicata dal The Sun e rivolta al presidente e CEO di Netflix Reed Hastings, Duffy ha sottolineato che il film “esalta e rende affascinante la brutale realtà del traffico sessuale, del rapimento e dello stupro. Questa non dovrebbe essere l’idea di intrattenimento di nessuno, né dovrebbe essere descritta come tale, o essere commercializzata in questo modo”.
“Lo stupro è come un omicidio: anche se resti in vita, ti senti morta”, afferma la 35enne cantante gallese.
“Non riesco proprio ad immaginare come Netflix non sia stata in grado di rendersi conto di quanto questo film sia insensibile e pericoloso. Alcune giovani donne hanno addirittura chiesto per scherzo a Michele Morrone [il protagonista] di essere rapite“.
Duffy continua, chiedendo alla piattaforma streaming maggiore rispetto per le vittime di violenza:
“Nel suo essere glamour per pure ragioni economiche e di intrattenimento, 365 Giorni ferisce tutte le persone che hanno dovuto affrontare lo stesso dolore e gli stessi orrori. Quello che meritiamo io e tutte le altre persone che hanno conosciuto da vicino queste ingiustizie è l’esatto opposto: abbiamo bisogno di storie vere, piene di speranza, in grado di darci una voce.”
365 Giorni è un film polacco che segue le vicende di un boss mafioso di nome Massimo (Michele Morrone). Durante un’esperienza di pre-morte vede l’immagine di una giovane donna (Anna Maria Sieklucka) mentre sta per morire. Anni dopo, incontra per caso quella donna, la rapisce e le dà 365 giorni di tempo per innamorarsi di lui.
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