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Imen Jane: Elisa Serafini lancia accuse pesanti su Will che chiarisce la sua posizione

Imen Jane - Alessandro Tommasi - Elisa Serafini
Imen Jane – Alessandro Tommasi – Elisa Serafini

La polemica scoppiata ieri su Imen Jane ha coinvolto diverse persone. Subito Will aveva preso le distanze dal comportamento tenuto dalla ex collega, ma Elisa Serafini aveva lanciato delle accuse pesanti. Ecco che sappiamo fino ad ora.

Il soggiorno a Palermo di Imen Jane ha generato non poche polemiche. La divulgatrice si è guadagnata infatti gli appellativi di snob e millantatrice a causa di alcune sue Instagram Stories. La pagina di divulgazione economica e politica Will, fondata proprio anche dalla Jane, aveva preso le distanze dal suo comportamento dopo aver ricevuto diversi messaggi da parte di alcuni follower. Alessandro Tommasi, altro fondatore di Will, aveva spiegato che Imen, nonostante nella sua BIO di Instagram riportasse la scritta “Founder e Partner di Will”, non faceva più parte della startup da un anno. La giornalista Elisa Serafini aveva così pubblicato delle prove per sbugiardare Will, sostenendo che in realtà la Jane fosse ancora la socia di maggioranza.

Alessandro Tommasi: “Imen non fa più parte del team”

Alessandro Tommasi ha così voluto spiegare come in realtà starebbero le cose. Da quando la Jane è stata estromessa da Will a causa del laurea-gate, è iniziato un iter legale che ha portato a una cessione parziale delle quote della Boulahrajane. La visura camerale pubblicata dalla Serafini sarebbe quindi vecchia e non rispecchierebbe lo stato attuale delle cose. Ecco le parole del founder di Will:

“Dodici mesi fa è venuto fuori un casino per una cosa che la società non sapeva e da subito si è deciso che Imen non avrebbe avuto più un ruolo operativo. Non l’avete più vista infatti qua, non fa parte del team, abbiamo assunto una nuova persona che si occupa dei contenuti editoriali. A guidare la barca sono io, che sono il fondatore di Will, e faccio anche l’amministratore di questa società. Da sei/sette mesi parlo con Imen solo tramite avvocati perché non si riesce più a dialogare. Quando si crea una società si va da un notaio, i soci mettono dei soldi per costituire il capitale sociale. Quella quota è di quel soggetto, a meno che si contravvenga a delle regole statutarie o ai patti fra i soci. Non viviamo nel Venezuela di Maduro, nel quale le cose vengono espropriate. Bisogna andare dagli avvocati e incominciare una trattativa oppure affidarsi a dei giudici. Da dodici mesi abbiamo iniziato questa negoziazione, per questo non abbiamo potuto parlare di quello che succedeva perché sono temi delicati e confidenziali.

“C’è stata una cessione parziale delle quote di Imen”

Il 30 giugno a Milano c’è stata la cessione delle quote di Imen, non totale, ma parziale. La totalità era ciò che voleva la società, alla fine si è negoziato e quindi c’è stata una cessione di quote parziale. Quello che avete visto è una visura non aggiornata. Non possiamo controllare quello che una persona scrive nella sua BIO, ma venerdì scorso ho dato mandato ai nostri legali di mandarle una diffida formale perché tra gli accordi c’è anche questo, cioè creare confusione circa il livello di Imen in Will.”

Dalle Instagram Stories di Will
Dalle Instagram Stories di Will

Elisa Serafini rincara la dose: “Will era un ambiente di lavoro tossico”

Elisa Serafini, ex membro di Will, ha pubblicato altre Instagram Stories nelle quali ha raccontato la sua esperienza presso la startup. Tra le accuse mosse, quella più grave è sicuramente legata al gender pay gap, ossia a un divario tra gli stipendi degli uomini e delle donne. Ecco le parole della Serafini:

“Non ho mai visto un ambiente tossico e incoerente come quello di Will. Siamo andate via in sei, una persona licenziata, una lasciata a casa senza rinnovo contratto. Il mio contratto era di 1.500 euro al mese lordi. Doveva essere da consulente a partita iva, ma di fatto lavoravo anche sessanta ore alla settimana, con richiesta di reperibilità continua. Così ho dovuto lasciare alcuni clienti. L’ho fatto, fidandomi, perché da Will mi promettevano quote della società (mai rispettato). Guadagnavo il 50% in meno di un collega uomo che faceva il mio stesso identico lavoro. […] Alcune persone che lavoravano per Will sono uscite devastate dell’esperienza. Devastate vuol dire che hanno impiegato mesi a riprendersi.”

Dalle Instagram Stories di Elisa Serafini
Dalle Instagram Stories di Elisa Serafini

Will rispedisce le accuse al mittente

Alessandro Tommasi ha voluto rispondere a una parte delle accuse mosse dalla Serafini in una diretta Instagram. Ecco che cosa ha dichiarato:

“Ho fatto fare un’analisi divisa per funzione lavorativa e per seniority. Gli autori junior, uomini e donne, sono pagati la stessa cifra; le donne autrici di medio livello sono pagate il 10% in più rispetto ai maschi. Anche per la grafica uomini e donne hanno la stessa paga. Tra le figure di supporto, nel medio livello c’è una figura maschile che guadagna un po’ di più di quella femminile. […] I collaboratori esterni vengono pagati in maniera diversa in base alle loro tariffe. Chi ha una carriera di giornalista più che decennale è ovvio che abbia dei prezzi diversi da una persona che non ha la stessa carriera.”

Intanto Imen Jane si è scusata per quanto accaduto (ecco le sue parole).

IG: @alessandrolatino

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